Smartphone e dispositivi tecnologici permettono di controllare a distanza i propri figli, ma è necessario rispettare la loro privacy. Ecco quali app e strumenti utilizzare
Sono sempre di più i minori che hanno uno smartphone fin dalla più tenera età. Già verso i 10-11 anni vanno a scuola con un telefonino e sono bravissimi a scaricare applicazioni dagli store online senza dover chiedere aiuto ai propri genitori. Far utilizzare senza nessun controllo uno smartphone a un adolescente può essere pericoloso: difficilmente sa riconoscere i pericoli della Rete e potrebbe acquistare applicazioni o servizi online senza accorgersene. Per questo motivo è necessario fissare dei paletti in modo da rendere più sicuro l’utilizzo del telefonino. Questi paletti prendono il nome di parental control: si tratta di impostazioni (o in alcuni casi sono delle vere e proprie app) che permettono di limitare l’accesso dei bambini ad alcuni servizi dello smartphone. Ad esempio, per quanto riguarda gli store online è possibile bloccare il download di qualsiasi applicazione a pagamento. Il controllo parentale è molto utile e permette di avere un controllo da remoto del proprio figlio.
Ma gli smartphone possono essere utilizzati anche come dispositivi di sorveglianza. Quando si lavora e si ha un figlio in fase adolescenziale, sapere cosa sta facendo e dove si trova è una delle preoccupazioni principali. E installando alcune applicazioni particolari è possibile monitorare ogni suo movimento. Si tratta di una pratica che potrebbe incrinare il rapporto con il vostro figlio, ma non è illegale. Perlomeno fino a quando il ragazzo è un minorenne. Prima di decidere di sorvegliare il vostro figlio, vi suggeriamo di parlare con lui e di decidere insieme quale tipo di strumento utilizzare. Ad esempio, ci sono alcune applicazioni poco invasive che hanno il solo compito di mostrare la posizione del ragazzo, mentre altre danno un controllo totale del suo smartphone con la possibilità di scoprire con chi parla e con chi si scambia i messaggi. Questa seconda opzione aumenta la sicurezza del minore, ma allo stesso tempo lede la sua privacy. Ecco i nostri consigli per sorvegliare il proprio figlio senza essere troppo invasivi.
App e strumenti per il geofencing
Il geofencing è una sorta di recinto-elettronico: il genitore stabilisce il percorso che abitualmente fa il ragazzo (ad esempio quello da casa a scuola e viceversa) e nel caso in cui esce da questi confini viene immediatamente avvertito. Si tratta di un tipo di sorveglianza soft rispetto al controllo completo permesso da altre applicazioni.
Se invece si vuole conoscere in ogni istante la posizione dei propri figli, è necessario utilizzare delle app differenti che sono leggermente più invasive. Questo tipo di strumenti permettono di avere un controllo costante dei movimenti del ragazzo e non c’è nessun recinto-elettronico all’interno del quale possono muoversi liberamente.
Se si vuole costruire un rapporto di fiducia reciproca con il proprio figlio, in modo che non sembri un’imposizione e che possa capire autonomamente l’importanza della sua sicurezza, vi suggeriamo di installare un’applicazione come Life 360. Si tratta di un’app molto completa e che permette di conoscere in ogni istante la posizione dei propri figli, ma non solo. Installandola sui dispositivi di tutti i componenti della famiglia, Life 360 ne traccia la posizione e permette a chiunque di scoprire dove si trova la mamma, il fratello o il figlio. La caratteristica migliore è proprio questa: non sono solo i genitori a poter controllare i propri figli, ma anche i ragazzi possono sapere dove si trova la mamma o il papà. Inoltre, Life 360 permette di creare delle chat di gruppo con tutti i componenti della famiglia.
Condividere la posizione con le app di messaggistica istantanea
Per un controllo soft dei propri figli è possibile utilizzare delle funzionalità presenti all’interno delle applicazioni di messaggistica istantanea. In questo caso, però, il ragazzo deve essere d’accordo, dato che dovrà essere lui a condividere spontaneamente la sua posizione.
Su WhatsApp è molto semplice inviare un messaggio “geolocalizzato”. Basta entrare all’interno di una chat (in questo caso quella con il proprio genitore), premere sull’icona a forma di graffetta e poi su Posizione. È necessario avere il GPS attivo. Anche Google Maps e Facebook Messenger offrono un servizio identico.
Le applicazioni per sorvegliare il proprio figlio
Finora abbiamo parlato di applicazioni e strumenti che permettono una sorveglianza soft del proprio figlio. Se si vuole aumentare la sicurezza del figlio è necessario utilizzare delle app molto più invasive. Questi strumenti permettono di avere un controllo pressoché totale dell’utilizzo che il minore fa dello smartphone. Si potrà scoprire con chi parla a telefono, con chi messaggia e quali applicazioni utilizza. Prima di installare una di queste app, vi suggeriamo di parlare con il vostro figlio, che potrebbe non vedere di buon occhio un controllo così stretto da parte del genitore. Ecco le app per sorvegliare il proprio figlio.
- TheOneSpy. Disponibile sia sul Google Play Store sia sull’App Store permette di sapere in ogni istante cosa ha fatto il proprio figlio con lo smartphone. Tutte le informazioni del ragazzo vengono inviate a un portale, dove gli unici ad avere l’accesso sono i genitori. Oltre ad ascoltare le chiamate effettuate, è possibile controllare la cronologia del browser. L’abbonamento mensile ha un costo di circa 10 euro
- FlexySpy. App che ha un costo mensile molto più elevato (superiore ai 50 euro), ma offre molte più funzionalità. Oltre a controllare le chiamate e i messaggi inviati, permette di monitorare anche i movimenti del proprio figlio attraverso il GPS. Tutte le informazioni possono essere controllate tramite il computer
- Family Link. Si tratta di un’applicazione sviluppata direttamente da Google e che permette di controllare l’utilizzo dello smartphone dei figli (fino ai tredici anni). Ma come funziona? Per prima cosa bisogna scaricare l’app e iscriversi al servizio. L’e-mail utilizzata dall’adolescente deve essere collegata a quella del proprio genitore: in questo modo ogni volta che vorrà scaricare una nuova app dovrà avere il permesso. Inoltre, il genitore può controllare anche l’utilizzo dello smartphone e quanto tempo ha passato sulle applicazioni. Si potrà impostare anche il parental control.