Novità importanti arrivano dall’Agcom: cambiano i costi di recesso per cambio operatore telefonico e pay tv. Esulta il Movimento difesa del cittadino
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha applicato per la prima volta quanto previsto dal disegno di legge Concorrenza dell’anno scorso. Nelle linee guida pubblicate è stato definito che gli operatori non sono più liberi di scaricare sugli utenti tutti i costi subiti a causa della disdetta. D’ora in avanti non ci saranno più costi base di recesso, ma saranno sempre proporzionati al valore residuo del contratto.
Agcom ha stabilito che d’ora in avanti il costo di recesso non può essere superiore al canone mensile stabilito dal contratto. Novità anche per chi disdice prima di 24 mesi: gli operatori non dovranno più farsi restituire tutti gli sconti goduti dagli utenti e l’obbligo di rateizzare costi di prodotti o servizi anche dopo l’uscita dell’utente.
In pratica per la prima novità non verranno più addebitati i super costi di uscita pari a tutti gli sconti goduti per la durata del contratto. Fino ad ora si penalizzava di più chi sta da più tempo, infatti disdire a pochi mesi dalla scadenza comportava un super costo agli utenti. Ora questa cifra dovrà essere ridotta proporzionalmente ai mesi restanti di contratto.
La seconda novità prevede che l’utente non debba più pagare in un unica quota le date residue, ma per prodotti e servizi potranno continuare a rateizzare anche per prodotti e servizi inclusi. Le rate mensili non possono essere più di 24.
Nel documento Agcom richiama a una maggiore trasparenza sui costi di disdetta. Tre i punti stabiliti dall’Autorità:
- le spese imputate dall’operatore a fronte dei costi realmente sostenuti per provvedere alle operazioni di dismissione e trasferimento della linea;
- le spese relative alla restituzione degli sconti;
- le spese relative al pagamento in una o più soluzioni delle rate relative alla compravendita di beni e servizi offerti congiuntamente al servizio principale
Il Movimento Difesa del Cittadino ha accolto con entusiasmo l’approvazione delle nuove Linee Guida sulle modalità di dismissione e trasferimento dell’utenza nei contratti per adesione: “Finalmente basta rapine ai clienti che intendono cambiare operatore telefonico. Con le nuove regole valide per la telefonia e le pay tv sarà molto difficile vessare i clienti con costi di disattivazione che l’Autorità ha verificato essere farlocchi” dichiara senza mezzi termini il Presidente Nazionale del Movimento Francesco Luongo. Lo stesso presidente sottolinea come Agcom abbia precisato che gli utenti sostengono una spesa superiore ai costi sostenuti dagli operatori, alla quale si va ad aggiungere anche la restituzione degli importi promozionati in caso di recesso anticipato dal contratto.
L’associazione di consumatori ricorda che dal 1° gennaio 2019:
- tutte le società telefoniche e di pay tv potranno applicare un costo per la disdetta (oggi dai 40 ai 60 euro) non superiore al canone pari a circa 20-30 euro;
- in caso il recesso del cliente avvenga prima dei 24 mesi le società non potranno richiedere indietro anche gli sconti applicati con conseguenti conguagli;
- l’obbligo di continuare a rateizzare, anche dopo il cambio di operatore, i costi dei tanti prodotti e servizi spesso inseriti in bolletta come il modem, i costi del cellulare o gli interventi tecnici resi obbligatori da alcune società, evitando che vengano richieste in un’unica soluzione;
- i ratei di beni e servizi accessori al contratto non dovranno superare i 24 mesi.
L’effettiva applicazione verrà comunque tenuta sotto controllo dal Movimento Difesa del Cittadino affinché ne sia garantito il rispetto da parte delle compagnie e soprattutto la conoscenza da parte dei milioni di consumatori della telefonia.