La seconda stagione della fiction ‘I Medici’ è stata girata in diversi luoghi della storia e dell’arte italiana. Vediamo in questo articolo quali sono.
La seconda stagione della serie TV I Medici sta riscuotendo un grande successo, anche perché sta contribuendo a far scoprire o riscoprire una buona parte del patrimonio artistico italiano, dal momento che gran parte delle scene sono ambientate presso palazzi e chiese rinascimentali in tutta Italia. Certo, molte delle location sono in realtà fittizie e non corrispondenti alla realtà, motivo per cui molti di coloro che hanno guardato i primi episodi della serie hanno storto il naso. C’è però anche da sottolineare che la perfezione filologica è impossibile, perché molti dei luoghi che furono teatro delle vicende che hanno ispirato la serie (e che si collocano tra il 1469, anno in cui Lorenzo il Magnifico divenne signore de facto di Firenze, e il 1478, anno della congiura dei Pazzi) non esistono più, oppure sono stati pesantemente rimaneggiati nel corso dei secoli. Ovviamente non si sono conservate le stanze private dei protagonisti (dove, per esigenze narrative della fiction, si svolgono molti dei dialoghi), e alcuni luoghi non sono più come erano a metà del Quattrocento. Valga l’esempio delle mura di Firenze, oggi in gran parte non più esistenti, e per il resto inglobate nella città moderna: sarebbe stato impossibile girare l’arrivo del duca di Milano alle porte della città, per cui si è pensato di spostare la scena a Volterra, dove le mura antiche sono decisamente meglio conservate. Oppure lo stesso assassinio di Galeazzo Maria Sforza, avvenuto nella chiesa di Santo Stefano a Milano: si tratta di un edificio che ha subito pesanti modifiche nel Seicento, quindi sarebbe stato totalmente incompatibile con un episodio del 1476, ragion per cui la scena ha luogo dentro la Rotonda di San Lorenzo a Mantova, chiesa che ha conservato un aspetto antico più idoneo alle esigenze del racconto.
In questo articolo abbiamo quindi raccolto quindici ambientazioni della seconda stagione della serie (che, peraltro, è storicamente molto più accurata e fedele della prima), proponendo un fotogramma dell’episodio con l’indicazione del luogo storico in cui avviene la scena (e che, ovviamente, nella fiction non viene mai esplicitato, salvo rari casi, per non generare confusione nello spettatore) e svelando qual è, nella realtà, il luogo in cui il film è stato girato, con tanto di fotografia esplicativa. Buona lettura!
1. Fiction: il salone del Palazzo dei Medici (Firenze). Realtà: la Sala della Fontana a Villa d’Este (Tivoli)
Nel primo episodio della fiction una ripresa inquadra una sala dell’ipotetico palazzo dei Medici a Firenze dove si ritrovano a conversare Lorenzo il Magnifico (Firenze, 1449 – Careggi, 1492), suo fratello Giuliano (Firenze, 1453 – 1478) e il pittore Sandro Botticelli (Alessandro Filipepi, Firenze, 1445 – 1510), che tuttavia, all’epoca dei fatti narrati nella serie, non lavorava ancora per i Medici. La sala in cui si svolge la scena è in realtà la Sala della Fontana a Villa d’Este a Tivoli, affrescata quasi cent’anni più tardi (tra il 1565 e il 1566). La stessa villa fu edificata a partire dagli anni Cinquanta del Cinquecento.
Fiction: il salone del Palazzo dei Medici (Firenze) |
Realtà: la Sala della Fontana a Villa d’Este (Tivoli) |
2. Fiction: la facciata del Palazzo dei Medici (Firenze). Realtà: Palazzo Piccolomini (Pienza)
Gli esterni di quella che all’epoca era la residenza dei Medici, ovvero l’attuale Palazzo Medici Riccardi di Firenze, fatto costruire negli anni Sessanta da Cosimo il Vecchio (Firenze, 1389 – Careggi, 1464) e fatto ulteriormente arricchire di opere d’arte proprio da Lorenzo il Magnifico, nella fiction sono in realtà gli esterni di Palazzo Piccolomini a Pienza, che risale alla stessa epoca di Palazzo Medici Riccardi. Progettato da Bernardo Rossellino (Settignano, 1409 – Firenze, 1464) per conto di Enea Silvio Piccolomini (Corsignano, 1405 – Ancona, 1464), divenuto nel 1458 papa Pio II, Palazzo Piccolomini riprende uno dei capolavori di Leon Battista Alberti, Palazzo Rucellai a Firenze (e alcuni elementi di Palazzo Rucellai ispirarono lo stesso Palazzo Medici Riccardi).
Fiction: la facciata del Palazzo dei Medici (Firenze) |
Realtà: Palazzo Piccolomini (Pienza). Ph. Credit Finestre sull’Arte |
3. Fiction: Palazzo Vecchio (Firenze). Realtà: Palazzo dei Priori (Volterra)
Nella fiction, quando i protagonisti escono da o entrano in Palazzo Vecchio per le sedute del Consiglio della Repubblica, quello che si vede è in realtà il Palazzo dei Priori di Volterra, il più antico palazzo comunale di tutta la Toscana (l’edificio era già terminato negli anni Trenta del Duecento), anche se all’epoca di Lorenzo il Magnifico non doveva essere simile a come lo vediamo oggi: l’aspetto attuale risale infatti al Cinquecento, quando il Palazzo dei Priori fu rimaneggiato per renderlo più simile proprio al Palazzo Vecchio di Firenze. La città oggi in provincia di Pisa si sottomise definitivamente a Firenze nel 1472, dopo una guerra civile, alimentata anche dalle mire dei Medici sulle miniere di allume scoperte proprio in quegli anni, e che terminò con il saccheggio operato dall’esercito fiorentino guidato da Federico da Montefeltro, che quasi distrusse Volterra: nella serie questi fatti vengono raccontati, seppur con qualche imprecisione (Lorenzo viene fatto passare per una sorta di pacifista che cercò in tutti i modi di evitare il sacco di Volterra e che dovette cedere alla volontà del Consiglio istigato alla guerra da Jacopo de’ Pazzi, ma in realtà fu lui a disporre l’invio di un’armata in città).
Fiction: Palazzo Vecchio (Firenze) |
Realtà: Palazzo dei Priori (Volterra) |
4. Fiction: la Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio (Firenze). Realtà: la Sala del Consiglio di Palazzo dei Priori (Volterra)
Le scene delle discussioni pubbliche del Consiglio della Repubblica di Firenze (all’epoca dei fatti la forma di governo della città, infatti, era ancora, de iure, quella di repubblica, anche se de facto i Medici erano ormai divenuti già con Cosimo il Vecchio i signori di Firenze) sono state girate non nella Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio (che peraltro oggi è utilizzata come sala del consiglio comunale di Firenze), ma nella Sala del Consiglio del Palazzo dei Priori di Volterra: si tratta di uno dei principali anacronismi della serie, perché degli affreschi originari è rimasta soltanto l’Annunciazione di Jacopo di Cione, dipinta nel 1398, mentre gli altri affreschi della sala risalgono alla fine dell’Ottocento.
Fiction: la Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio (Firenze) |
Realtà: la Sala del Consiglio di Palazzo dei Priori (Volterra). |
5. Fiction: le porte di Firenze. Realtà: la Porta dell’Arco di Volterra
Nel primo episodio, la scena in cui l’esercito di Galeazzo Maria Sforza (Fermo, 1444 – Milano, 1476) si prepara ad entrare in Firenze è stata in realtà girata presso la Porta dell’Arco di Volterra per evidenti problemi di “sopravvivenze”: le porzioni rimaste delle mura di Firenze sono infatti ormai inglobate nella città moderna, mentre a Volterra conservano ancora il loro aspetto antico. Quanto alla scena, gli eventi storici della fiction sono stati in questo caso decisamente semplificati: dopo il fallito attentato contro Piero de’ Medici (Firenze, 1416 – 1469), alcuni dei suoi nemici interni (Niccolò Soderini e Diotisalvi Neroni su tutti) si recarono a Venezia allo scopo di sollevare la Serenissima contro Firenze, e ne nacque una guerra (che tuttavia non sfiorò in alcun modo Firenze, dal momento che l’unico scontro tra l’esercito veneziano e quello fiorentino avvenne nei pressi di Bologna) che fu risolta quasi subito con una pace imposta da papa Paolo II. Il ruolo del duca di Milano fu quello di appoggio a Piero de’ Medici tramite l’invio di un’armata: tuttavia, mentre gli eserciti si scontravano lontano da Firenze, Galeazzo Maria Sforza era tranquillamente ospite dei Medici in città (nella fiction, Firenze sembra invece sull’orlo di una guerra civile, sventata solo dal provvidenziale intervento del giovane Magnifico).
Fiction: le porte di Firenze |
Realtà: la Porta dell’Arco di Volterra |
6. Fiction: la camera di Piero de’ Medici nel palazzo di famiglia (Firenze). Realtà: l’affresco del mese di marzo nel Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia (Ferrara)
Tra i principali “attriti” storico-artistici figura la camera di Piero de’ Medici, un ambiente di fantasia decorato con uno degli affreschi del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia a Ferrara. In particolare, si tratta dell’allegoria del mese di marzo, dipinta tra il 1468 e il 1470 da Francesco del Cossa (Ferrara, 1436 – Bologna, 1478), uno dei principali protagonisti della scuola ferrarese del Quattrocento. Nella fiction tuttavia si scorge soltanto la parte centrale dell’affresco, quella che raffigura i tre “decani” del mese (le misteriose personificazioni delle decadi, a lungo studiate da Aby Warburg) e l’ariete, simbolo del segno zodiacale del mese.
Fiction: la camera di Piero de’ Medici nel palazzo di famiglia (Firenze) |
Realtà: l’affresco del mese di marzo nel Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia (Ferrara) |
7. Fiction: il Palazzo Apostolico (Roma). Realtà: il Palazzo dei Papi (Viterbo)
Le scene con gli esterni del Palazzo Apostolico di Roma sono state girate al Palazzo dei Papi di Viterbo: costruito nel Duecento trasformando l’originario palazzo vescovile, fu sede del papato dal 1257 fino al 1281, per scelta del papa Alessandro IV che volle trasferire la corte papale nella città laziale a causa della crisi tra la curia romana e la ricca borghesia della città, divenuta ostile al pontefice. La splendida loggia per le benedizioni, l’elemento più riconoscibile del Palazzo dei Papi e più volte inquadrata negli episodi della serie, fu edificata nel 1267.
Fiction: il Palazzo Apostolico (Roma) |
Realtà: il Palazzo dei Papi (Viterbo) |
8. Fiction: piazza Santa Croce (Firenze). Realtà: Piazza Grande (Montepulciano)
Verso la fine del secondo episodio si assiste a una giostra a cavallo in cui si disputano le sfide tra Giuliano de’ Medici e Guglielmo de’ Pazzi (che termina in pareggio) e tra Lorenzo il Magnifico e Francesco de’ Pazzi (vinta da Lorenzo). Si tratta del torneo che si svolse effettivamente il 7 febbraio 1469 a Firenze in piazza Santa Croce per celebrare il matrimonio tra Lorenzo e Clarice Orsini, e che fu davvero vinto da Lorenzo il Magnifico, allora ventenne, e che, come nella fiction, combatté per Lucrezia Donati (la sua amante, per l’occasione eletta regina del torneo) e vinse un elmo d’argento come premio. La sua vittoria fu celebrata da Luigi Pulci (Firenze, 1432 – Padova, 1484). Sono tuttavia molte le differenze rispetto al torneo reale: nella fiction, l’ambientazione è la piazza Grande di Montepulciano (sono riconoscibili Palazzo Nobili-Tarugi e il Palazzo del Capitano) e, come detto, partecipa anche Giuliano (in realtà lontano da Firenze). Vi presero invece effettivamente parte i fratelli Pazzi, ma non sappiamo se ebbero modo di scontrarsi con Lorenzo.
Fiction: piazza Santa Croce (Firenze) |
Realtà: Piazza Grande (Montepulciano) |
9. Fiction: lo skyline di Milano. Realtà: Porta Imperiale (Sabbioneta) e Castello di San Giorgio (Mantova)
In una scena vediamo Lorenzo recarsi a Milano per parlamentare col duca Galeazzo Maria Sforza. Per ovvie ragioni non è stato possibile ambientare la scena nel capoluogo lombardo, dato che è profondamente cambiato rispetto al Quattrocento, ed è stato dunque operato un pastiche che, in una scena, mostra la Porta Imperiale di Sabbioneta (un altro anacronismo in quanto edificata nel 1579) e il Castello di San Giorgio, che si trova a Mantova, e che all’epoca era sede dei Gonzaga.
Fiction: lo skyline di Milano |
Realtà: Porta Imperiale (Sabbioneta) e Castello di San Giorgio (Mantova). |
10. Fiction: la camera da letto di Lorenzo il Magnifico (Firenze). Realtà: l’affresco dei sei savi antichi nel Collegio del Cambio (Perugia)
Come per la camera di Piero de’ Medici, anche quella del Magnifico è frutto di assemblaggi: gli affreschi che si vedono alle spalle dei protagonisti non si trovano a Firenze bensì a Perugia, e per di più in uno spazio pubblico, ovvero il Collegio del Cambio, all’epoca sede dei cambiatori di moneta della città umbra, che qui si riunivano. L’affresco è quello che raffigura i “sei savi antichi”, si trova nella Sala delle Udienze ed è uno dei capolavori del Perugino (Pietro Vannucci, Città della Pieve, 1448 circa – Fontignano, 1523), che lo realizzò sul finire del XV secolo, tra il 1496 e il 1500.
Fiction: la camera da letto di Lorenzo il Magnifico (Firenze) |
Realtà: l’affresco dei sei savi antichi nel Collegio del Cambio (Perugia) |
11. Fiction: il Castello Sforzesco (Milano). Realtà: Palazzo Te (Mantova)
Tutte le scene che raccontano la corte milanese (le missioni di Giuliano e Lorenzo da Galeazzo Maria Sforza, il matrimonio della figlia illegittima del duca, Caterina Sforza, con Girolamo Riario, quando lei aveva dieci anni e lui trenta, e molte altre) sono state girate a Palazzo Te. Nella scena in cui vediamo il banchetto nuziale di Caterina Sforza, è riconoscibilissima la Sala dei Cavalli, affrescata da Giulio Romano (Roma, 1499 circa – Mantova, 1546) tra il 1527 e il 1528.
12. Fiction: la chiesa di Santo Stefano (Milano). Realtà: la Rotonda di San Lorenzo (Mantova)
Galeazzo Maria Sforza fu assassinato a Milano il 26 dicembre del 1476 da tre nobili milanesi, Giovanni Andrea Lampugnani, Girolamo Olgiati e Carlo Visconti (il primo subito ucciso dalla scorta del duca, gli altri catturati poco dopo), avversi al governo dispotico del duca e animati dalla volontà di rovesciare la signoria sforzesca. Nella fiction viene mosso nello spettatore il dubbio che dietro la congiura vi fosse la mano di Jacopo de’ Pazzi, che nella realtà fu totalmente estraneo alla vicenda (semmai, alcuni storici ipotizzano che i Pazzi dovettero tramare di uccidere i Medici dopo la notizia dell’assassinio del duca Sforza). Inoltre, nella realtà, quando fu assassinato, il duca stava per partecipare a una messa ed era accompagnato dal suo seguito (oltre che dalla sua scorta), mentre invece nella fiction entra solitario nel luogo dell’agguato. Quest’ultimo nella realtà fu la basilica di Santo Stefano a Milano, che non poteva però essere utilizzata per la serie TV in quanto pesantemente rimaneggiata nei secoli successivi: la scena è stata così girata all’interno della Rotonda di San Lorenzo a Mantova, chiesa costruita nell’XI secolo e che ancora conserva il suo aspetto romanico. In alcune scene si vede anche l’esterno dell’edificio mantovano.
Fiction: la chiesa di Santo Stefano (Milano) |
Realtà: la Rotonda di San Lorenzo (Mantova) |
13. Fiction: la sala del trono del papa (Roma). Realtà: la Sala di Manto a Palazzo Ducale (Mantova)
La scena in cui Sisto IV, al secolo Francesco della Rovere (Pecorile di Celle Ligure, 1414 – Roma, 1484), viene incoronato papa, e altre che hanno luogo nello stesso ambiente, sono state girate nella Sala di Manto al Palazzo Ducale di Mantova. Altro anacronismo, in quanto la Sala di Manto fu decorata ad affresco solo tra il 1538 e il 1539, dalla bottega di Giulio Romano.
Fiction: la sala del trono del papa (Roma) |
Realtà: la Sala di Manto a Palazzo Ducale (Mantova) |
14. Fiction: il palazzo dei Vespucci (Firenze). Realtà: il trittico di San Vincenzo di Nuño Gonçalves (Lisbona)
Una delle presenze più “strane” di tutta la fiction è quella che incontriamo in quello che, nella serie, è il Palazzo dei Vespucci, dove avviene l’incontro tra Sandro Botticelli e Simonetta Vespucci (Genova o Portovenere, 1453 – Firenze, 1476) e dove si consuma lo scontro tra il di lei marito, Marco Vespucci, e Giuliano de’ Medici. Nella fiction, il salone è decorato al centro con quello che in realtà è il pannello centrale del trittico di San Vincenzo del pittore portoghese Nuño Gonçalves (notizie dal 1450 al 1467), menzionato dalle fonti nel Cinquecento e tuttavia riscoperto solo nel 1880 (oggi è conservato al Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona). Forse, la presenza di un dipinto “esotico” vuole richiamare il fatto che la famiglia Vespucci fosse molto attiva nei commerci con le terre lontane.
Fiction: il palazzo dei Vespucci (Firenze) |
Realtà: il trittico di San Vincenzo di Nuño Gonçalves (Lisbona) |
15. Fiction: Porta Nuova (Pisa). Realtà: Porta Vittoria (Sabbioneta)
Nella scena in cui il cardinale Francesco Salviati (Firenze, 1443 – 1478), tra i principali antagonisti della fiction ed effettivamente nella realtà uno dei maggiori animatori della congiura dei Pazzi, si reca a Pisa per ottenere la cattedra di arcivescovo, si vede quella che dovrebbe essere la Porta Nuova di Pisa, ovvero quella che garantisce l’ingresso in piazza dei Miracoli. In realtà, la città di Pisa è stata resa con uno skyline della celebre piazza, unito alla Porta Vittoria di Sabbioneta, costruita nel 1562, quindi anche in questo caso quasi cent’anni dopo i fatti narrati nella fiction.
Fiction: Porta Nuova (Pisa) |
Realtà: Porta Vittoria (Sabbioneta). Ph. Credit Egidio Paini |